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Potevamo pensare che non sarebbe successo e sicuramente abbiamo sperato che non succedesse, ma se porti una popolazione alla fame o generi il cannibalismo come unica forma di sopravvivenza oppure li spingi alla vendita degli appartenenti al gruppo, in cambio di cibo e di denaro, necessario per pagare i debiti contratti con chi ora sta proponendo una soluzione aberrante: Dammi uno dei tuoi figli e potrai vivere tranquillamente sino a quando la fame non ti stringerà lo stomaco più forte del cilicio del dolore che ti attanaglia adesso. Così i Talib hanno iniziato una nuova forma di commercio. Non si tratta di vendere capre o tappeti millantando che le prime ti daranno piacere e la stuoia ti farà volare più in alto di Aladino. I Talib hanno aperto un nuovo bazar dove chiunque può portare uno dei propri figli e venderlo. La misericordia dei barbuti però fa si che non siano loro i destinatari. La loro morale non lo permetterebbe mai. Allora nella loro grandissima misericordia ecco che i Talebani si offrono di barattare i ragazzini sottratti alle loro famiglie con acquirenti stranieri. Ora, come sempre analizziamo. Per entrare nello stato islamico oggi è necessario avere visti che non vengono rilasciati, sottostare a controlli che sfiancherebbero anche Ribot e dotarsi di una buona dose di follia, perché trovarsi davanti ai talebani, faccia a faccia, non è una delle attività ludico ginnico migliori per tenersi in forma. Ma ad ogni modo, l’ingresso agli stranieri è proibito. Quindi chi va in Afghanistan per comprare bambini? e a che prezzo.?Partiamo dal dato base che costituisce un salario medio di un Afghano. Si parla di meno di 150 euro al mese, quindi 1800 euro all’anno. I comparatori si propongono quindi di saldare i debiti che di solito ammontano a poche centinaia di euro ( per noi quasi nulla, per un afghano magari sono tre, quattro mesi di stipendio) e di aggiunger sul piatto altri 2000 euro prezzo medio per una ragazzina con imene intatto, o qualche cosa di meno per un maschietto ( vi risparmio le motivazioni) Chi sono i compratori? Non quelli che la narrazione variopinta potrebbe far credere. Quindi non occidentali che partono per cercare avventure sessuali in Thailandia, ma Cinesi, maledetti, fottuti schifosi cinesi che ancora una volta mettono in piazza il loro sprezzante modo di considerare la vita umana. Una ragazzina diventa fattrice. Verrà messa incinta partorendo figlie femmine che potranno essere uccise senza che questo in Cina rappresenti un reato oppure un maschio che costituirà il futuro di una nuova generazione. Il Cinese si vuole discostare dai canoni che la fotocopiatrice da cui è stato clonato gli ha imposto. Basta capelli lisci, basta occhi a mandorla, basta naso schiacciato. Il Cinese cerca una nuova etnia che lo contraddistingua e non potendo acquistarla su Amazon o su Alibabà ( per chi non lo sapesse il portale dei grandi acquisti in oriente) ecco che la produce direttamente, usando come tramite ragazzine che diventano schiave del sesso. Dovrei aggiungere un commento politico, ma la nausea che ho provato nel vedere arrivare pagliacci in giacca e cravatta a Islamabad la scorsa settimana mi genera ancora dei bruciori di stomaco che nemmeno il Maalox mescolato con un the riesce a placare. Guardate i Vostri figli. Pensate a che cosa significherebbe doverli vendere e immaginateli mentre urlano per la paura mentre si allontana da voi perché è questo quello che succede nel nuovo Bazar talebano.

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